martedì 9 settembre 2014

Cosa c'è dopo l'immaginazione





La luce morbida di settembre; le ombre che si allungano, distendendo un tempo fitto di calma; la vigna (che quest'anno si è ammalata irrimediabilmente), del rosso più buono che ho bevuto nelle case di chi lo fa, luogo in cui ho scritto la maggior parte dello sposalizio; le poche zanzare in giro; l'abito pronto alla prima prova; il terzo sì (quello che darà voce al Bosco); il secondo (che officerà cantando); un bosco all'orizzonte (che pure in caso di pioggia riparerà l'azione); la pazienza di chi ha ascoltato tutte le bozze fino allo sfinimento; le dita incrociate per il quarto sì, affinché il bosco da orizzonte diventi se stesso per sposarsi con me; tutte queste cose insieme sono "L'amore non s'immagina, si abbandona".

E' utile dire che siete tutti invitati, perché chi mi conosce sa che faccio quasi tutto in solitaria, ma questa volta, la mia voce, il mio corpo, da soli, non avrebbero potuto alcun rito, nessun accenno di vitalità. 
Per cui "3" corpi, "3" voci, "3" donne, nel quarto corpo Bosco, produrranno la scena azione di un matrimonio che ho rimandato troppo a lungo. Questa immaginazione che ritarda e rimanda ciò che si vuole.

A breve i dettagli per arrivare al Bosco, all'ora giusta.


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