lunedì 16 dicembre 2013

L'odore del giallo


Nadia Agustoni (foto di francescaperlini)

Risalire sostenuta dal braccio amico. Scalo ogni scalino che la spina dorsale leva ogni appiglio. Arrivare in Piazza Vittorio Veneto è una scalata a corpo libero. Gli anelli si susseguono con la regolarità dell'angolo retto, lo scalino entra nell'osso, l'osso si arrende.
Le strade di Macerata sono di un Natale esterno, ovunque in questi giorni è così. Non si può stare dentro, che dentro c'è la perdita della famiglia dal giorno in cui siamo nati. Fa male dentro e allora una distesa di bancarelle tutte uguali fascia e copre e imbelletta la mancanza.
Renata Morresi è la prima persona che riconosco, l'onda dei suoi capelli, il sorriso che viene incontro. La giuria del XVI Premio Poesia di Strada 2013 si va componendo nelle sale della Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti e il secondo che incontro è Alessandro Seri. Marco Di Pasquale, Maria Grazia Calandrone e Enrico De Lea completano la giuria.
Mi siedo.
Sarà la posizione, sarà il caldo antico dei libri, l'odore del giallo, che il male si allenta e torna ad essere compagnia di fondo. Riprende uno spazio lasciandone libero tanto altro, che la vita arrivi a flussi e possa innestarsi a ricomporre anelli in successione, elastici e armoniosi. Una musica lenta riempie la sala, non è nelle orecchie esterne, è nell'atmosfera, la fa gravida di ascolto e Nadia Agustoni arriva. 
La sto aspettando. Ho letto i suoi versi e ho riconosciuto la casa cui torno ogni volta che la perdo. La parola della casa comune la pronuncerà Nadia quando alla fine della cerimonia ci saluteremo, autenticità.
Volevo sederle accanto, volevo abbracciarla, volevo strusciare il mio braccio con il suo, come quando ci si siede vicini. Sapevo che il primo premio sarebbe stato suo, come quelle cose che senti e che non hanno bisogno di spiegazioni.
Ci siamo sedute accanto. Ci siamo abbracciate. Siamo diventate amiche. 
Lentamente, solo quando la paura scioglie qualche nodo, accompagno le mie parole fino a proporle all'ascolto altrui. Non ho mai partecipato ad un concorso letterario, questa volta, appena letto il bando, ho sentito la voce del sì. Vai.
Ne ho compreso il senso solo quando, ora non ricordo se Renata o Alessandro, hanno spiegato che la scelta dei dieci finalisti era avvenuta in forma anonima. In verità era la risposta che cercavo: se i miei versi avessero gambe verso l'umano. 
In un disegno inaspettato, ho dovuto averne meno io, di gambe, per lasciarle alla poesia.



Angoli e sentieri della mia gonna


Dalla rivista L'Adamo web magazine per l'indagine culturale: 
http://adamomagazine.wordpress.com/2013/12/18/xvi-edizione-di-poesia-di-strada-la-sinergia-della-parola-in-versi/

Le foto scattate da Licenze Poetiche:
 https://www.facebook.com/licenze.poetiche/media_set?set=a.3686785185831.1073741828.1761219953&type=1


1 commento:

  1. molto molto bello - ne sono felice. per il vissuto e per come lo hai scritto.
    elio

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