martedì 31 dicembre 2013

Dove risiede l'ira e il suo rovescio



Ira - Cappella degli Scrovegni (1306)
Giotto


Se l'ernia ha avuto una nascita, è accaduto di notte, nel buio covato dell'ira.
Madri supreme di una bolla che non ho potuto espellere lontano dal corpo, due vertebre hanno incastrato l'impotenza che inutilmente porto a spasso.
L'ira non si dissipa, si trascina.


venerdì 27 dicembre 2013

Da LeggendoScrivendo



Panni stesi


Ora che natale è passato - ce n'era un gran bisogno - 
mi riapproprio della parola auguri, poco poco, che tra qualche giorno,
in una notte soltanto, si sciuperà assai.

Dalla voce di Paola Prinzivalli, con un'intensità leggera, fragile, alcune poesie da ascoltare comodi comodi.
C'è pure Panni stesi, estratta dal mio libellulo, Prima di partire (Sigismundus 2013).
Paola legge anche: Savino Carone, Elena Condemi, Paola Prinzivalli, Antonio Riccio e Arianna Sacerdoti.

Puoi ascoltare qui: http://www.leggendoscrivendo.it/audio/LS%20poesie%20dicembre%202013.mp3

http://www.leggendoscrivendo.it/



lunedì 23 dicembre 2013

Buon natale



scatto di fp


e non resta che una solitudine avvizzita, tremenda. nei giorni in cui il ritorno prende forza dal natale, non c'è un luogo - non c'è mai stato - dove casa chiuda la porta dietro di me, con il freddo fuori.




lunedì 16 dicembre 2013

L'odore del giallo


Nadia Agustoni (foto di francescaperlini)

Risalire sostenuta dal braccio amico. Scalo ogni scalino che la spina dorsale leva ogni appiglio. Arrivare in Piazza Vittorio Veneto è una scalata a corpo libero. Gli anelli si susseguono con la regolarità dell'angolo retto, lo scalino entra nell'osso, l'osso si arrende.
Le strade di Macerata sono di un Natale esterno, ovunque in questi giorni è così. Non si può stare dentro, che dentro c'è la perdita della famiglia dal giorno in cui siamo nati. Fa male dentro e allora una distesa di bancarelle tutte uguali fascia e copre e imbelletta la mancanza.
Renata Morresi è la prima persona che riconosco, l'onda dei suoi capelli, il sorriso che viene incontro. La giuria del XVI Premio Poesia di Strada 2013 si va componendo nelle sale della Biblioteca Comunale Mozzi-Borgetti e il secondo che incontro è Alessandro Seri. Marco Di Pasquale, Maria Grazia Calandrone e Enrico De Lea completano la giuria.
Mi siedo.
Sarà la posizione, sarà il caldo antico dei libri, l'odore del giallo, che il male si allenta e torna ad essere compagnia di fondo. Riprende uno spazio lasciandone libero tanto altro, che la vita arrivi a flussi e possa innestarsi a ricomporre anelli in successione, elastici e armoniosi. Una musica lenta riempie la sala, non è nelle orecchie esterne, è nell'atmosfera, la fa gravida di ascolto e Nadia Agustoni arriva. 
La sto aspettando. Ho letto i suoi versi e ho riconosciuto la casa cui torno ogni volta che la perdo. La parola della casa comune la pronuncerà Nadia quando alla fine della cerimonia ci saluteremo, autenticità.
Volevo sederle accanto, volevo abbracciarla, volevo strusciare il mio braccio con il suo, come quando ci si siede vicini. Sapevo che il primo premio sarebbe stato suo, come quelle cose che senti e che non hanno bisogno di spiegazioni.
Ci siamo sedute accanto. Ci siamo abbracciate. Siamo diventate amiche. 
Lentamente, solo quando la paura scioglie qualche nodo, accompagno le mie parole fino a proporle all'ascolto altrui. Non ho mai partecipato ad un concorso letterario, questa volta, appena letto il bando, ho sentito la voce del sì. Vai.
Ne ho compreso il senso solo quando, ora non ricordo se Renata o Alessandro, hanno spiegato che la scelta dei dieci finalisti era avvenuta in forma anonima. In verità era la risposta che cercavo: se i miei versi avessero gambe verso l'umano. 
In un disegno inaspettato, ho dovuto averne meno io, di gambe, per lasciarle alla poesia.



Angoli e sentieri della mia gonna


Dalla rivista L'Adamo web magazine per l'indagine culturale: 
http://adamomagazine.wordpress.com/2013/12/18/xvi-edizione-di-poesia-di-strada-la-sinergia-della-parola-in-versi/

Le foto scattate da Licenze Poetiche:
 https://www.facebook.com/licenze.poetiche/media_set?set=a.3686785185831.1073741828.1761219953&type=1


sabato 14 dicembre 2013

Alla gonna dei sentieri


I bambini



Alla gonna dei sentieri, giunta in biblioteca con una schiena rigida di dolore, con un filo ad impressione si sono cucite sui fianchi; foglie che giocano insieme come la compagnia perchè accarezzano; un ruscello che scorre libero che fa pensare di poter andare dappertutto; l'erba raccolta da un uomo è la passeggiata libera col cavallo dopo la lezione d'equitazione.
Mentre un filo che si andava annodando di sciarpa, srotolata dal collo di una bimba, in foulard, uscito dalla borsa della maestra, allungandosi ad ogni visione, ricordo, futuro, volontà e percezione, il mondo umano si andava espandendo legandosi ad ogni bimbo e bimba che parlava. 
Tutto il mondo è attaccato, la poesia tesse anch'essa la sua trama, scucendo il vissuto annodandolo a punti liberi e sognati come le voci dei quarantacinque bambini delle classi quinte di San Costanzo,che la gonna dei sentieri ha raccolto a mucchietto tra le pieghe bianche. 
Nuovi sentieri si sono ammassati, il tempo e nuovi incontri  solleveranno quelli in cui perdersi e quelli da curare, quelli da scaldare perché tanto giovani e quelli da proteggere per l'immenso interiore che portano. Agli adulti che accompagnano tali vastità una preghiera, tenete ampio il modo di stare con i bimbi, alcuni, sovente coloro che definite difficili, vi diranno cose che non sapete.
Sulla gonna dei sentieri hanno posato una campanella e un tè caldo, l'uno col rintocco, che tocca dentro la schiena arrivata rigida di dolore e l'altro, caldo da scioglierne i nodi, hanno reso vaporosa per la gioia chi ha abitato la gonna dei sentieri, riuscendo così ad imboccarne uno nuovo nuovo appena uscita dalla biblioteca di San Costanzo. 



La gonna dei sentieri in gioiosa compagnia


La campanella posata sui sentieri, mentre il té vi scende dentro



mercoledì 11 dicembre 2013

Poesia, bimbi e bimbe, un sabato di dicembre e una biblioteca


Biblioteca di San Costanzo - scatto di fp


Sabato, nel mezzo della mattinata, mentre nelle vie del centro del paese ci sarà un mercato natalizio, nel dentro del centro, in biblioteca, quarantacinque bambini e bambine della scuola elementare di San Costanzo (PU) vorranno entrare in un mondo, mondo che tanti chiamano poesia.
Gli appellativi e le definizioni sono sempre stati il punto di disagio e di nessun ritorno del mio vivere. La maestra che li accompagna mi ha chiesto di esserci perchè poetessa.
So che ci sarò, ci sarò con il mio mondo aperto e chiuso, con l'imbarazzo dell'appello e col mio nome che è sempre stato al numero 27. Porterò le mie immagini, quelle che non sono mai state mie ma delle esistenze che mi sono venute incontro e da cui i passi hanno preso strade nuove e bivi. Ci sarò col silenzio e gli occhi vivi che si uniscono all'orecchio, tutto un orecchiocchio curioso, verso i bimbi e le bimbe e le loro mani, gli zaini, gli sguardi e le merende, a chi si siederanno vicino e a chi guarderanno un pò così. 
L'aspettanza ha già bellezza in sé perchè c'incontreremo e sul come, che cosa e in che luogo ci saremo riconosciuti o lasciati ignari ve lo racconterò poi.

I punti fermi del prima sono:

*sabato 14 dicembre, 
*ore 10,
*Biblioteca di San Costanzo,
*i bimbi e le bimbe della quinta elementare di San Costanzo,
*le maestre,
*Laura la bibliotecaria,
*il libellulo Prima di partire (ed. Sigismundus),
*io.


domenica 1 dicembre 2013

Alla mia gonna


Gonna 1 - francescaperlini


Alla mia gonna si è attaccata una piuma e molte loppe, l'umido del bosco e qualche pelo di cane, delle briciole e l'aria attenta, occhi spaiati e il fumo delle stufe, la leggerezza del papiro di Elisa Latini e la scarpa bagnata poi scollata poi legata di Riccardo. Nella piega della gonna si sono appesi i tempi balsamici delle erbe raccolte da Loretta Stella e qualche lusinga, la danza dentro mentre leggevo il mio libellulo e la densità dell'atmosfera.
Dentro l'orlo ho cucito cosa porterò in viaggio. Cosa. Cosa, perché scoprirò cos'è in futuro.
La gonna ha strusciato la Casa degli artisti del Furlo e il gabinetto, la sedia vicino alla stufa che fumava meno, molte donne con i pantaloni e il buio Prima di partire. 
La gonna se ne è andata vaporosa per la gratitudine verso Andreina de Tomassi e Antonio Sorace.