giovedì 29 novembre 2012

Il cielo sopra le nuvole




"Ovunque"
foto di Francesca Perlini



il cielo sopra le nuvole è 
come immaginavo il paradiso da bambina.
ero piccola, 

ma avevo colto il senso dello stupore.


giovedì 22 novembre 2012

Lanzarote



Montana Blanca-Lanzarote
foto di Francesca Perlini


Sfuggo alla svendita della terra, ai vicoli, che qui si chiamano calle, nati tra bianchi residence tutti uguali, ai turismi che come tutti gli –ismi finiscono per rendere estremi e lontani i gesti del vivere. Esco da Puerto del Carmen risalendo la strada LZ 505. Tias è a pochi chilometri, bianca anch’essa e quel biancore ripetuto confonde il mio ignorare che l’abitare quest’isola lavica e ventosa è un contrapporre, un generare opposti netti, bianco al nero, basso e a tratti interrato al vento.  La geografia dei turismi ha preso gli stessi opposti, bianco e basso, cospargendoli ovunque come solo lei è capace. A Tias tornerò in seguito, per una casa.
LZ 35, San Bartolomè è al capo opposto di Tias, strade costruite senza bordi, senza pause, strade che creano destinazioni a termine.  Non trova soste il mio cercare, se non nei paesi che ordini superiori, volontà al di sopra del singolo, hanno deciso essere obiettivo. Come fermare la velocità del correre? Come trasformare in passi il percorrere? Costruire strade su colate laviche dev’essere difficile, non ne conosco il fare, ma ciò non basta a spiegare questa rete nera e fluida che giunge solo a destinazione.
Dovrebbe rassicurarmi una traiettoria segnata, ne cerco solo la deviazione per rallentare e trovare una lentezza che solo il camminare o il sedermi può dare. Montana Blanca è indicata a sinistra uscendo da una rotatoria con una delle juguete del viento, sculture- giocattolo del vento, di Cesar Manrique. 
   

    (continua)

giovedì 15 novembre 2012

Poco prima



Teguise (Lanzarote) - Iglesia de Nuestra Senora de Guadalupe
foto di francescaperlini


poco prima della fine la conosci la morte.
nessuno ti ha detto come incontrarla 
come salutarla e lasciarsi accompagnare 
per un poco di strada insieme. 
perché un poco di strada -oh sì-
la si percorre insieme
come un sentiero che si allunga nel bosco. 
siamo sfocati 
come la via che abbiamo perso sin dall'inizio, 
perché nessuno ci ha detto 
che la fine di ogni cosa dà loro senso,
anche al nome che portiamo.
perché iniziare a correre 
se ogni destinazione ne segna la fine? 
paesaggi 
come quelli visti dal finestrino di un treno. 
è la velocità che spaventa. chi ce lo ha detto?
c'è una carezza nell'addolcire il passo 
che stende la sua mano sulle ferite. 
è quello il momento in cui la pena si fa morbidezza 
e la paura - sì la paura - perde la forza 
di farci sentire nati orfani.
alla fine, poco prima, la fine è nostra madre. 
delicata.