domenica 25 marzo 2012

Sul leggere



foto di Francesca Perlini


Alcune parole del mio intervento alla presentazione del libro "Dove risiede il mio essere" di Catia Belacchi, presso la Sala Consiliare del Comune di San Costanzo, sabato 24 marzo 2012.

Con tre parole
Questa è un' accorata preghiera a compiere tre azioni: diventare intimi, leggere e amare.
Tre azioni spose fra loro, indipendenti e libere, compenetranti e trasformative come due amanti che costruiscono il loro amore.
Ci vuole intimità con se stessi e con l’altro per amare, ed è lo stesso approccio che viviamo quando leggiamo una poesia, un racconto o una storia. Nell’atto di leggere siamo soli con noi stessi. Se ci fate caso, nasce un dialogo interiore quando leggiamo una pagina.
Le parole prendono voce dentro di noi, ci dialoghiamo insieme. Come un controcanto può succedere che ricordiamo momenti della nostra vita, affettuosamente. Emerge oltre le parole anche un sentimento legato ad esse. Ricordiamo e riportiamo alla luce il nostro passato. Lo riportiamo nel presente,  e lo sospingiamo nel futuro. E’ una resurrezione.
Non abbiamo il potere di resuscitare i morti. Abbiamo l’onore di resuscitare i sensi e i significati. Riportiamo alla luce, luce che è vita e vitale, il cuore della storia stessa, ovvero ciò che nel momento della lettura è ciò che è importante oggi per noi. Ne possiamo scrutare il significato, il senso che oggi hanno per noi le cose.
Leggere è una delle azioni più sovversive e rivoluzionarie che possiamo compiere. Investe tutto il nostro essere, dal corpo all’anima. Anche solo quando leggiamo l’insegna luminosa di un locale creiamo qualcosa di vitale, la stiamo facendo vivere. Perché se nessuno la leggesse sarebbe solo un oggetto inerme, che non esiste.
Leggere fa esistere le cose.
Leggere crea vita, dentro di noi e fuori di noi. Fuori di noi perché dal frutto della lettura scegliamo. Scegliamo se entrare nel locale o no, se comprare un libro o no.
Leggere ci fa scegliere e scegliere ci rende liberi.
Siamo circondati da parole, dette, scritte, bisbigliate, urlate, mimate, cantate, pregate.
Hanno bisogno di noi le parole per vivere e abbiamo bisogno di loro per stringere legami, per amare negli infiniti modi che possiamo inventarci per farlo.
Le parole vivono se le leggiamo. Le portiamo in bocca e ce le passiamo. Le teniamo sollevate facendole volare ad altezza d’uomo, come una rete di fili invisibili che ci tiene legati.
Le sputiamo e le regaliamo, le teniamo in custodia, ne siamo responsabili e creatori perché ogni volta che usiamo una parola ne ricreiamo il senso ed il significato.
Leggere è amare.
Leggere oggi è il modo affettuoso di stare sulle barricate per non soccombere alla perdita della libertà e di quella particolare forma di felicità comunitaria che nel raccontare storie trova il senso stesso del cammino dell’uomo ed una comunità che si racconta è una comunità che si rinnova e sa chi è.
Come oggi, qui. Stiamo raccontando delle storie, stiamo creando nuovi legami, stiamo scegliendo qualcosa.
Un detto cassidico del misticismo ebraico del centro est Europa dice:
“Dio ha creato l’essere umano perché amava sentire raccontare storie”.
Pure Dio ama ascoltare storie e mi piace immaginare che anche l’uomo è la creazione di una storia, narrata con la sua stessa vita.
Narrare è quindi creare, leggere è il sentimento con cui creiamo.
E’ con intima gratitudine che saluto Catia che ha scritto questo libro. Ha creato delle storie a cui possiamo dare vita leggendole.
Storie con animali dai sentimenti umani che parlano della nostra vita, del senso delle cose e dello svolgimento del nostro cammino. Fanno bene al corpo, custode dell’anima per chi ci crede e del pensiero creativo che è in ognuno di noi.
Se chi ci amministra ne ha colto il valore ed essere qui ne è conferma, fa sì che su quella barricata sovversiva ci troviamo insieme per conquistare anche quel fondamentale spirito critico nei confronti del peggiore dei rischi dei nostri tempi, diventare indifferenti.

Alcuni versi per concludere:

“Una rivoluzione affettuosa”

e una rivoluzione affettuosa
verso i luoghi, verso gli individui,
verso noi stessi.
saliamo sulle barricate
dell'indipendenza
con una poesia in tasca
un canto in bocca
e una preghiera in petto.
è una rivoluzione silenziosa.
chi nell'animo
vedremo impaurito
sapremo che
non è il nemico.
è colui a cui
porgere un libro.


mercoledì 21 marzo 2012

Una minoranza al confine



foto di Francesca Perlini




se 
quel sentimento d'intimità e 
di verità, 
fa sì che io sia una minoranza, 
allora appartengo alla stessa comunità dell'ebreo, 
del mussulmano, del palestinese, 
dell'indio,  
del paesano e dello straniero. 
siamo sempre la minoranza di 
qualcun'altro 
ed è solo l'uso del potere che segna 
i pesi e le misure. 
oggi scelgo e sono ebrea tra ebrei 
a Tolosa. 

venerdì 9 marzo 2012

Nei luoghi



foto di Francesca Perlini




quanto spesso i locali 
hanno perso 
l'esser luogo.
d'altronde
nulla è
solo un luogo.