mercoledì 17 agosto 2011

La storia di Philip




La prima cosa che mi colpisce di Philip sono i suoi occhi, di un azzurro attento e di una vivacità curiosa.
Philip ha quasi 11 anni, traguardo a cui tiene fortemente, perché quell'uno dietro al primo deve segnare per lui un passaggio fondamentale. Prima sei bambino, poi sei ragazzo. E quella manciata di mesi che mancano al traguardo non contano, sono anzi di ostacolo al diventare grande e allora concordo con Philip che 11 anni è la sua età.
Del resto Philip è già andato all'università!
Sì, proprio così, alla Libera Università di Bolzano.
Siam seduti sotto un pergolato, al riparo da un sole postferragostiano che non accenna a rinfrescarsi e Philip aspetta fiero le mie domande sulla sua esperienza universitaria. 
Si fa largo in me una riflessione su quanto bello e importante debba essere da bambini e da ragazzi, sentirsi presi sul serio dagli adulti.
Per molti versi Philip è un ragazzo fortunato perché di adulti che pensano a lui e al suo futuro ne ha già incontrati parecchi. E son adulti che hanno visto lungo, che si son presi la meravigliosa responsabilità di occuparsi dei sogni, ma soprattutto della nascita dei desideri dei più piccoli. Cosa rara e come tale da diffondere il più possibile, fino a poterla rendere contagiosa.
A maggio di quest'anno, Philip è andato alla Libera Università di Bolzano, alla Junior Uni e ha frequentato tre lezioni di differenti materie: "Il mondo degli insetti", "Robotica" e "Acidi e Basi".
Quando chiedo a Philip di queste lezioni, mi spiega che gli hanno dato un camice bianco e che ha usato il microscopio per guardare gli insetti e la cosa che gli è piaciuta di più è stato mescolare gli acidi e le basi, "ho creato i colori" mi dice con quegli occhi che di colore ne hanno già tanto, ma che si riempiono di tutti quelli che ha creato proprio lui.
Poi Philip mi spiega che aveva una tabella, gli acidi da una parte, le basi da un'altra e alla fine uno spazio in cui aveva da scrivere che colore era venuto fuori dalle sue mescolanze.
Con la precisione dei dettagli Philip ci tiene che io capisca bene come sono andate le cose e comprendo, oltre a tutti i passaggi dell'esperimento, che Philip ha davvero vissuto appieno un'esperienza di vita oltre che di apprendimento, e che gli adulti che gli hanno offerto questa esperienza gli hanno donato la cosa più importante, la fiducia in se stesso e nel futuro. A tal punto che Philip mi dice che la lezione di Robotica se l'aspettava diversa da come l'ha vissuta "era per i bambini più piccoli, ci hanno fatto vedere un lego che si muoveva da solo". Bene! Penso io. Philip ha ricevuto già così tanto che pretende il meglio per sé, esperienze adeguate ai suoi bisogni di ragazzo e non più di bambino. 
Crescere significa soprattutto questo e son sicura che per quanto riguarda Philip questo succederà, mentre per gli altri bambini e ragazzi meno fortunati, che sono i più in questa difficile Italia, questa storia possa essere da forte stimolo per noi adulti. Per noi adulti che come il Rettore della Libera Università di Bolzano, come i genitori di Philip che hanno saputo riconoscere quale grande opportunità c'era nell'accompagnarlo in questa esperienza, abbiamo il sacro dovere di occuparci di quel luogo intimo interiore e fondamentale che è la nascita del desiderio. Luogo che contiene il futuro e la fiducia, la forza nelle proprie risorse per dar corpo alle proprie aspirazioni.
"Ho imparato cose che non sapevo prima e quando ho guardato nel microscopio e ho creato i colori, ho pensato che vorrò farlo da grande..." Philip!


http://www.unibz.it/it/public/university/default.html


                                                                                           Francesca Perlini

2 commenti:

  1. Occuparci dello spazio dove nasce il loro desiderio e trattarlo con delicatezza, con purezza direi, con profondo rispetto...ah quale compito essere genitore!! Cate

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  2. Compito...appunto Caterina. E' tutto da apprendere, non c'è nulla di scontato. I figli son lì, a volte basta guardarli con curiosità e chiedersi "chi sei? cosa ti piace? cosa non ti piace? cosa ti appassiona?..." lasciandogli lo spazio di esistere per ciò che sono. La curiosità può agevolare questo avventuroso compito.

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