sabato 28 maggio 2011

Inaugurazione





Le luci son state accese.
La sera di giovedì 26 maggio, è avvenuta l'inaugurazione di civico47.
I viandanti della vita hanno cominciato a pervenire al banchetto dell'incontro e hanno creato e nutrito lo spirito con cui è nato il luogo, creare cultura.
Il soffio dell'ispirazione ha soffiato forte, la partecipazione è stata intensa ed intima. 
La cultura si è vestita di spirito, di idee, di coinvolgimento e passione.
L'accoglienza del custode e la cura dell'atmosfera ha permesso che ci fosse quel contenitore sufficentemente ampio, affinché i viandanti potessero portare la loro storia e mettersi in ascolto degli spiriti altrui.
Allora, se vale che la mente senza spirito e corpo è parziale, si è fatto esperienza che lo spirito ed il corpo senza mente son parziali altrettanto.
La creazione della cultura, può prendere il via da un sentimento del cuore, da un bisogno del corpo e desideri dello stesso, e dalle idee ispirate. 
Un'unità d'intenti all'interno di ogni individuo, con la passione di raccontarsi ed incontrare l'altrui posizione nella vita.
Fiori di varia natura dai colori vivaci, i profumi delle marmellate di una terra semplice e generosa, hanno nutrito gli animi, che di conviviale partecipazione si son fatti attori.
Una parola risuona, inaugurazione. Tre parole in una. 
Agire insieme il senso dell'intimo e personale augurio.
E' solo l'inizio.

martedì 24 maggio 2011

Abitare



Abitare è un verbo, e come tale un'azione.
C'è un aspetto che mi tocca profondamente: abitare le cose che si creano.
Non c'è nulla di scontato.
Posso passare una vita a sognare di vivere in una casa nella natura, o di creare una relazione d'amore. Da quella prima visione del sogno, quante volte ripasserò ad immaginare  la cucina e dove posizionare i fornelli, la sala e la forma del camino, i colori delle tende e dei cuscini. Il paesaggio intorno alla casa, di fronte ad una baia del mare del Nord o ad un'insenatura della costa Adriatica? Le incertezze divengono il motore per fare scelte sempre più chiare e vicine ad un sentimento di comodità e benessere.
Anche solo a far sogni si sente ciò che si vuole davvero, perché quando si abita quell'immagine c'è un'emozione che ne segna la qualità. Buono o non buono.
Allora vado avanti, continuo a sognare e col tempo, il sogno si tramuta in desiderio.
Il cuore ed il corpo sono completamente coinvolti e mi sento proiettata in avanti.
Le incertezze son diventate certezza, fede. Il desiderio si concretizzerà!
E se si osserva bene, in realtà quel desiderio già vive da qualche parte.  
Arriva attraverso situazioni assolutamente quotidiane, come un incontro con una coppia di innamorati ad una festa di paese, o la foto della casa in campagna appena acquistata da amici di vecchia data. Indizi.
Indizi che non hanno nulla di casuale, per il semplice motivo che ne vengo toccata. C'è qualcosa per me e per il mio desiderio. Si sta avvicinando.
Ma la trasformazione continua, il desiderio diventa ispirazione.
E' come se il sogno si sia radicato sempre più in profondità dentro di me, potrei chiamarlo "sogno cellulare".
In questo percorso verso il centro, la strada non è sempre sgombra. Le paure di non essere all'altezza o addirittura non degna del mio sogno sono continuamente ostacoli. Un duro lavoro di pulizia può durare anche anni, ma ne vale la pena.
Arriva poi quel giorno in cui l'ispirazione è talmente forte che non si può che dire "SI", e ci si accorge che il sogno-desiderio è sempre stato lì, nella maniera più concreta possibile, ma per viverlo mancava solo quel SI.
L'ispirazione è un'energia grandiosa ed ha la qualità di passare all'azione: ispir...azione! 
Lo dice la parola stessa, si passa all'azione ed è il primo momento in cui si abita ciò che si è creato. E neanche a farlo apposta, ho trovato la casa nella natura, proprio come l'avevo sempre sognata e desiderata.



lunedì 23 maggio 2011

Cercatori di verità

Giovanni Falcone (Palermo, 1939 - 1992)


"Saper convivere con la propria paura, altrimenti non è più coraggio ma è incoscienza". Giovanni Falcone
C'è una dolcezza ed una poesia in questi occhi, che credo siano le armi più forti che abbiamo per cercare la verità. 
Quante volte la vita ci pone di fronte ad un bivio, da una parte la scelta con paura e dall'altra la scelta con amore. E quel sentimento d'amore che sarebbe buono donare a noi stessi per primi, come si rivolge con delicatezza verso i nostri limiti, prendendosi cura anche dell'aver paura, che non viene scansato ma messo al riparo, anche dalle nostre stesse azioni. 
Da quella cura e delicatezza verso noi stessi, l'azione che ne consegue è piena di coraggio. 
Certi che di quel coraggio ci siamo fatti grande compagnia.
Non siamo soli. 

lunedì 16 maggio 2011

e





e come un filo sottile che gira su se stesso
lasciando libere le due estremità.
Vederla richiede un cambio di prospettiva,
dove per farlo ci vuole un po’ di fantasia e gioco.
e fatta di corda:
due bimbi che si appendono lasciandosi dondolare.
e fatta di parole:
bello e brutto; dolce e salato; dolore e piacere; morbido e duro.
e fatta di trasformazione:
uova, latte, zucchero e lievito, una torta.
e fatta di persone:
Giulio e Alice; mamma e papà.
e come uno spazio:
un prato, i fiori e gli alberi.
e fatta di musica:
una ballata e un cantastorie.
e come orizzonti in movimento.

martedì 3 maggio 2011

La bellezza della verità

Interno del caravanserraglio di Zein-o-din



All'imbrunire di qualsiasi stagione dell'anno c'è un momento che sembra nato per la narrazione. C'è un certo non so che nell'aria che dispone gli animi al desiderio di raccontare. Un soffio s'insinua negli animi e l'ispirazione si fa strada fino a diventare parola, canto, gesto, danza. La luce della notte che annulla le ombre, fa da controcanto e per un magico mistero avvicina i commensali pervenuti alla tavola dell'incontro.
E' il movimento del farsi vicini che fa delle barriere del giorno un vago ricordo e del momento il sentimento d'unità.
Il banchetto inizia, con i profumi delle terre da cui si proviene. Gli odori, le danze ed i canti si mescolano ed i custodi del luogo, che con cura e sollecitudine hanno preparato la casa per accogliere i viandanti, aprono le finestre affinché il soffio della notte trasporti lontano il miracolo dell'incontro. 
Gli echi del banchetto, leggeri e soavi, si faranno richiamo per chi avrà l'orecchio attento e vigile al risuonar del proprio animo e come una stella cometa seguiranno il canto a ritrovar casa.